martedì 19 agosto 2008

Et in Arcadia Ego

Questa parole in latino si trovano sulla prima pagina di un bel libro. Si tratta del "Viaggio in Italia" di W. Goethe, che sto leggendo un po' come si gusta un vino prezioso: poco a poco e assaporandone ogni parola. Sul fatto che sia scritto meravigliosamente, c'è poco da aggiungere vista la penna da cui è uscito... La cosa meravigliosa è che ci sono moltissime osservazioni di una modernità incredibile. Visitare dei luoghi potendo sentire cosa ne pensava un viaggiatore di poco più di due secoli fa, le sensazioni che sucitavano in lui i paesaggi, i monumenti, le piazze e la gente della mia terra è un'esperinza esaltante e struggente al tempo stesso. E' stato con questo spirito che ho visitato la bella Sicilia, e ancora sto meditando ciò che ho visto e ciò che ho fatto nel mio cuore. Per le impressioni ve ne parlerò nei prossimi giorni, ma per adesso... Sto elaborando, attendere prego! Eh! Eh! Mi sento la clessidra di Windows sulla fronte... Tornando alla frase misteriosa con cui ho iniziato questo post, ebbene, è abbastanza misteriosa davvero. Probabilmente è apparsa per la prima volta su un quadro del Guercino esposto alla galleria Corsini a Roma. L'interpretazione che seguì Goethe, citata anche in una poesia di Schiller, fu questa: tutti coloro che vivono o che sono vissuti hanno conosciuto la felicità o nacquero per essere felici. Ci ho pensato molte volte trovandomi in luoghi abitati fin dall'antichità,le cui rovine testimoniano il desiderio della felicità che tutti abbiamo,e in cui, chissà, molte persone furono felici, come me in questo viaggio.E' una sensazione bellissima e struggente non trovate? Invece che raggiungere la Sicilia su una nave di legno in partenza da Napoli, sballottata dai flutti, come fece G. l'ho raggiunta in aereo partendo da Bologna... Mentre leggevo le pagine del libro, con l'Italia che mi scorreva sotto gli occhi dal finestrino, ho spesso riflettuto su cosa avrebbe pensato l'autore, se avesse saputo che qualcuno avrebbe letto le pagine del suo diario due secoli dopo e su un mezzo di trasposrto così diverso... Io credo che ne sarebbe stato contento, e voi?

 

Bacini filosofici...

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mi piace molto l'interpretazione che Schiller diede della frase "misteriosa", concordo in pieno anche io quando visito certi luoghi, oltre ad immaginare e tentare di capire la vita di allora, penso a cosa poteva rendere felici popolazioni vissute secoli fa!
Certo che potevi prendere la nave di legno invece dell'aereo *__^!
Bacetti filosofeggianti Pam