giovedì 30 ottobre 2008

Che sta succedendo all'Italia?

Vi giro il post pubblicato da Marbe qualche minuto fa. Finchè posso voglio almeno pubblicare queste cose, anche se il mio blog si è sempre astenuto dalla cronaca. Però in questo blog ci si oppone fermamente alla violenza, contro chiunque, uomini, donne, bambini, animali e persino piante. Quello che sta accadendo in queste ore in Italia mi preoccupa moltissimo. Sarà anche revisionismo storico, ma a me pare che non solo abbiamo messo la retromarcia, ma che stiamo facendo una bella conversione a U, passando sopra a tutti i sacrifici dei nostri genitori e nonni per darci un mondo in pace e senza violenza. Sia ben chiaro: io sto dalla parte di chi non alza le mani, di chi non ragiona con la forza, di chi cerca il dialogo, magari che ha idee pazzoidi, ma cerca di trovare un terreno comune a costo di perdere la voce ma senza mai perdere di vista il diritto di ogni persona a non essere pestato per le sue idee.



http://www.gennarocarotenuto.it/4151-curzio-maltese-la-polizia-ha-lasciato-i-neonazisti-liberi-di-picchiare-gli-studenti/
Trascrivo frammenti della testimonianza di Curzio Maltese sugli incidenti di stamane provocati a Roma. L’intera testimonianza può essere ascoltata a questo link.
http://tv.repubblica.it/copertina/la-polizia-ignorava-i-violenti/25715?video
“Ho visto cose che se non avessi visto stenterei a crederci. Non erano studenti, erano neonazisti arrivati con un camion pieno di spranghe. Sono scesi e hanno cominciato a picchiare gli studenti al grido Duce Duce”.
“La polizia li ha deliberatamente ignorati lasciando i nazisti liberi di picchiare gli studenti”.
“Domani si parlerà solo degli incidenti e non dei molti buoni motivi della manifestazione. Gli incidenti sono stati provocati ad arte e non vengono dagli studenti”.
“La polizia ha sistematicamente manganellato gli studenti senza armi e ignorato quelli armati”.“Spero che non sia in atto una strategia peggiore di quella del G8”.
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Un camion carico di spranghee in piazza Navona è stato il caos
La rabbia di una prof: quelli picchiavano e gli agenti zittidi CURZIO MALTESE

Gli scontri di ieri a Roma
AVEVA l'aria di una mattina tranquilla nel centro di Roma. Nulla a che vedere con gli anni Settanta. Negozi aperti, comitive di turisti, il mercatino di Campo dè Fiori colmo di gente. Certo, c'era la manifestazione degli studenti a bloccare il traffico. "Ma ormai siamo abituati, va avanti da due settimane" sospira un vigile. Alle 11 si sentono le urla, in pochi minuti un'onda di ragazzini in fuga da Piazza Navona invade le bancarelle di Campo dè Fiori. Sono piccoli, quattordici anni al massimo, spaventati, paonazzi. Davanti al Senato è partita la prima carica degli studenti di destra. Sono arrivati con un camion carico di spranghe e bastoni, misteriosamente ignorato dai cordoni di polizia. Si sono messi alla testa del corteo, menando cinghiate e bastonate intorno. Circondano un ragazzino di tredici o quattordici anni e lo riempiono di mazzate. La polizia, a due passi, non si muove. Sono una sessantina, hanno caschi e passamontagna, lunghi e grossi bastoni, spesso manici di picconi, ricoperti di adesivo nero e avvolti nei tricolori. Urlano "Duce, duce". "La scuola è bonificata". Dicono di essere studenti del Blocco Studentesco, un piccolo movimento di destra. Hanno fra i venti e i trent'anni, ma quello che ha l'aria di essere il capo è uno sulla quarantina, con un berretto da baseball. Sono ben organizzati, da gruppo paramilitare, attaccano a ondate. Un'altra carica colpisce un gruppo di liceali del Virgilio, del liceo artistico De Chirico e dell'università di Roma Tre. Un ragazzino di un istituto tecnico, Alessandro, viene colpito alla testa, cade e gli tirano calci. "Basta, basta, andiamo dalla polizia!" dicono le professoresse.
Seguo il drappello che si dirige davanti al Senato e incontra il funzionario capo. "Non potete stare fermi mentre picchiano i miei studenti!" protesta una signora coi capelli bianchi. Una studentessa alza la voce: "E ditelo che li proteggete, che volete gli scontri!". Il funzionario urla: "Impara l'educazione, bambina!". La professoressa incalza: "Fate il vostro mestiere, fermate i violenti". Risposta del funzionario: "Ma quelli che fanno violenza sono quelli di sinistra". C'è un'insurrezione del drappello: "Di sinistra? Con le svastiche?". La professoressa coi capelli bianchi esibisce un grande crocifisso che porta al collo: "Io sono cattolica. Insegno da 32 anni e non ho mai visto un'azione di violenza da parte dei miei studenti. C'è gente con le spranghe che picchia ragazzi indifesi. Che c'entra se sono di destra o di sinistra? È un reato e voi dovete intervenire". Il funzionario nel frattempo ha adocchiato una telecamera e il taccuino: "Io non ho mai detto: quelli sono di sinistra". Monica, studentessa di Roma Tre: "Ma l'hanno appena sentito tutti! Chi crede d'essere, Berlusconi?". "Lo vede come rispondono?" mi dice Laura, di Economia. "Vogliono fare passare l'equazione studenti uguali facinorosi di sinistra". La professoressa si chiama Rosa Raciti, insegna al liceo artistico De Chirico, è angosciata: "Mi sento responsabile. Non volevo venire, poi gli studenti mi hanno chiesto di accompagnarli. Massì, ho detto scherzando, che voi non sapete nemmeno dov'è il Senato. Mi sembravano una buona cosa, finalmente parlano di problemi seri. Molti non erano mai stati in una manifestazione, mi sembrava un battesimo civile. Altro che civile! Era stato un corteo allegro, pacifico, finché non sono arrivati quelli con i caschi e i bastoni. Sotto gli occhi della polizia. Una cosa da far vomitare. Dovete scriverlo. Anche se, dico la verità, se non l'avessi visto, ma soltanto letto sul giornale, non ci avrei mai creduto". Alle undici e tre quarti partono altre urla davanti al Senato. Sta uscendo Francesco Cossiga. "È contento, eh?" gli urla in faccia un anziano professore. Lunedì scorso, il presidente emerito aveva dato la linea, in un intervista al Quotidiano Nazionale: "Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interno (...) Infiltrare il movimento con agenti pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto della polizia. Le forze dell'ordine dovrebbero massacrare i manifestanti senza pietà e mandarli tutti all'ospedale. Picchiare a sangue, tutti, anche i docenti che li fomentano. Magari non gli anziani, ma le maestre ragazzine sì". È quasi mezzogiorno, una ventina di caschi neri rimane isolata dagli altri, negli scontri. Per riunirsi ai camerati compie un'azione singolare, esce dal lato di piazza Navona, attraversa bastoni alla mano il cordone di polizia, indisturbato, e rientra in piazza da via Agonale. Decido di seguirli ma vengo fermato da un poliziotto. "Lei dove va?". Realizzo di essere sprovvisto di spranga, quindi sospetto. Mentre controlla il tesserino da giornalista, osservo che sono appena passati in venti. La battuta del poliziotto è memorabile: "Non li abbiamo notati". Dal gruppo dei funzionari parte un segnale. Un poliziotto fa a un altro: "Arrivano quei pezzi di merda di comunisti!". L'altro risponde: "Allora si va in piazza a proteggere i nostri?". "Sì, ma non subito". Passa il vice questore: "Poche chiacchiere, giù le visiere!". Calano le visiere e aspettano. Cinque minuti. Cinque minuti in cui in piazza accade il finimondo. Un gruppo di quattrocento di sinistra, misto di studenti della Sapienza e gente dei centri sociali, irrompe in piazza Navona e si dirige contro il manipolo di Blocco Studentesco, concentrato in fondo alla piazza. Nel percorso prendono le sedie e i tavolini dei bar, che abbassano le saracinesche, e li scagliano contro quelli di destra. Soltanto a questo punto, dopo cinque minuti di botte, e cinque minuti di scontri non sono pochi, s'affaccia la polizia. Fa cordone intorno ai sessanta di Blocco Studentesco, respinge l'assalto degli studenti di sinistra. Alla fine ferma una quindicina di neofascisti, che stavano riprendendo a sprangare i ragazzi a tiro. Un gruppo di studenti s'avvicina ai poliziotti per chiedere ragione dello strano comportamento. Hanno le braccia alzate, non hanno né caschi né bottiglie. Il primo studente, Stefano, uno dell'Onda di scienze politiche, viene colpito con una manganellata alla nuca (finirà in ospedale) e la pacifica protesta si ritrae. A mezzogiorno e mezzo sul campo di battaglia sono rimasti due ragazzini con la testa fra le mani, sporche di sangue, sedie sfasciate, un tavolino zoppo e un grande Pinocchio di legno senza più una gamba, preso dalla vetrina di un negozio di giocattoli e usato come arma. Duccio, uno studente di Fisica che ho conosciuto all'occupazione, s'aggira teso alla ricerca del fratello più piccolo. "Mi sa che è finita, oggi è finita. E se non oggi, domani. Hai voglia a organizzare proteste pacifiche, a farti venire idee, le lezioni in piazza, le fiaccolate, i sit in da figli dei fiori. Hai voglia a rifiutare le strumentalizzazioni politiche, a voler ragionare sulle cose concrete. Da stasera ai telegiornali si parlerà soltanto degli incidenti, giorno dopo giorno passerà l'idea che comunque gli studenti vogliono il casino. È il metodo Cossiga. Ci stanno fottendo".

Aloha preoccupati...

domenica 26 ottobre 2008

Una domenica a Pracchia

E già che ci sono colgo l'occasione per farvi vedere alcune foto scattate domenica scorsa a Pracchia. Visto e considerato che questa settimana ho gli esami del primo corso di gemmologia non credo che sarò molto su questi schermi... Sob!

Questa è una bella marginina che ci ha accolte appena sbucate sulla strada dopo aver preso un sentierino sconosciuto. E' molto bello perdersi per i sentieri... Peccato per i cacciatori! Visto e considerato che nel primo mese di apertura della caccia ci sono stati 10 morti, posso dire senza problemi che la maggior parte di loro spara a qualsiasi cosa si muova. Mi dispiacerebbe che ci fossero fra i miei lettori persone che hanno nonni, zii, cugini che amano andare a caccia e che si potrebbero sentire offese da queste righe. La mia opinione è che una persona che si diverte a inseguire, vedere un animale terrorizzato ed a ucciderlo o ferirlo sia un sadico bastardo. E non venite a raccontarmi che c'è altro, tipo il gusto dello stare insieme, la vita di montagna all'aria aperta la necessità di abbattere i capi che invadono le nostre campagne, e via dicendo, perchè se fosse così andrebbero a fare bird watching e non a tirare fucilate a destra e a manca. Se poi uno di questi sadici bastardi è vostro nonno, fratello, marito zio o cugino mi dispiace per voi, ma molto di più per le bestie che ammazzano. Il discorso sarebbe comunque molto più lungo, ma mi riservo di approfondirlo in un'altra occasione.

Riprendiamo il racconto della giornata: abbiamo scoperto la strada sulla quale siamo sbucate conduce al Pianaccio, una piccolissima frazioncina sopra Pracchia. Pracchia è un bel paesino nascosto fra le montagne dell'appennino Tosco-Emiliano, nato con la ferrovia Porrettana. Consiglio a tutti voi di farci un giro perchè è un capolavoro d'ingegneria della fine dell'800 e offre degli scorci indimenticabili. Inolte lega fra loro una serie di paesini meravigliosi.

Torniamo a noi:

 
 

Una foto dei monti che io amo.

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Come appare una siepe di bosso selvatica dal... Di sotto!!

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Il mitico ristorante Melini, dove potrete trovare piatti tipici e una marea di oggetti Contry per abbellire la vostra casa. E' anche un albergo quindi se volete farvi un giretto...

Qui ho fattopure il pranzetto per festeggiare la mia laurea questa estate!

Le altre foto sono disponibili sull'album di Picasa!

Aloha Country e anti caccia!!!

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Fenomenologia del punto croce ferroviario

 Alla fine mi sono decisa a ricamare in treno. Dopo un mese e mezzo di ago attaccato al chiodo, mi sono attrezzata a portarmi il lavoro nello zaino, prima che mi venisse un'altra crisi di astinenza da ricamo. Il problema principale è lo spazio, soprattutto se si prende un treno strapieno di pendolari assonnati. Quindi: n.1 trovare un posto a sedere. Se poi si vuol essere più comodi bisogna trovare un posto accanto ad una persona magrolina, soprattutto sui treni a due piani, dove basta essere più di 50 kg per dovercisi incastrare. Se poi riuscite a trovare di quei treni moderni con il mini-ripiano ribaltabile, avrete anche un piccolo e traballante piano d'appoggio. A questo punto si può cominciare a tirare fuori la nostra mercanzia, più o meno appallottolata, dallo zaino. Ci si sente come prestigiatori, perchè le persone intorno a noi sono abituate a veder tirare fuori dagli zaini di tutto, ma non matassine e roba simile. Solitamente c'è nei pressi una signora curiosa, che: a) darà una gomitata al marito per far vedere quanto siete brave, b) attaccherà discorso con voi. Le seconde sono le più pericolose, perchè mentre siete occupate nelle varie operazioni preliminari del ricamo complicate da scrolloni vari e dal vicino di posto che viene ripetutamente investito dalle vostre forbicine, vorrà sapere cosa state ricamando, perchè, da quanto ricamate etc... Ok, è una forma di cortesia, ma se state tentando di leggere uno schema in precario equilibrio sulle vostre ginocchia, rischiate di non mettere nemmeno una crocetta. Quando finalmente siete a buon punto, guardate fuori dal finstrino con occhio distratto, e vi accorgete con un tuffo al cuore che siete fermi da qualche minuto nella vostra stazione. Rinfilate tutto nello zaino alla velocità della luce e scendete in una nuvola di filini rosa. Bene, questo è il risultato di una settimana di tentativi sul treno:

Ho ricamato su lino Contry moka, bellissimo e molto facile da ricamare, grazie alla trama regolare di questo tessuto. Lo schema è Ice Cream Sundae di LHN.  Anche in questo caso ho grigliato la stoffa prima di iniziare: anche se è un'operazione abbastanza tediosa, devo dire che poi ci si trova benissimo. Grazie ad Ernè per i suoi consigli!!!

P.S. Del telaio manco a parlarne: sareste ejettate dal vostro vicino di posto ancora prima di aver terminato di montarlo. Ed è inutile che spieghiate che il Q-Snap è praticissimo, vi tireranno dietro pure quello!

Aloha pendolari!

venerdì 24 ottobre 2008

Comodità è...

Foto scattata ieri al parcheggio delle biciclette della stazione ferroviaria a Pistoia... Immag026

E qui la domanda... Sorge spontanea!

A domani per gli aggiornamenti ricamosi!

Aloha a strisce!

mercoledì 15 ottobre 2008

La Pulce Olimpionica...

 No, non vi aspettate grandi performance sportive... Non sono proprio il tipo! Ho fatto questo giochino molto carino a cui mi ha invitata a partecipare Laura! Ecco qui le regole:


1. tradurre il proprio nome collegandosi a: http://www.chino-china.com/nombres
2. Cliccate sul vostro nome italiano, copiate i caratteri cinesi che compaiono dopo Caràcteres chinos (se vedete dei cubetti piccolini è perché non avete i caratteri cinesi istallati quindi copiate quelli!) e incollateli nello spazio della pagina: http://www.chino-china.com/herramientas/caligrafia.html dove dice Entre un nombre chino (passaggio essenziale)
3. vediamo ora il nostro nome tradotto in cinese in uno splendido disegno che abbiamo scelto
4. salviamo  l'immagine pronta per essere inserita nel nostro blog. Il nome del post possiamo sceglierlo noi purché sia attinente con le Olimpiadi e comprenda le parole "Olimpiadi" "olimpico" o "Pechino"
5. il premio dovrebbe essere consegnato a 5 blog uno per ogni anello del logo delle olimpiadi!

Ecco qui il risultato per il mio nome cinese:

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Eh! Mi fa ricordare di quando ho fatto, tanto tempo fa, un corso di scrittura cinese. Perchè là la scrittura, o meglio la grafia, è un'arte molto apprezzata. Per me ha costituito un'esperienza ricca e piena di curiosità, e anche un momento di profonda e intensa meditazione alla ricerca dell'armonia. Lì ho scoperto che il mio nome poteva essere scritto con l'ideogramma "luce", molto bello perchè ricorda dei raggi luminosi, soprattutto nella sua versione arcaica... Ma ve ne parlerò in un post dedicato...

Ecco qui le fortunate nominate:

Ernè

Tarta

Raffa

Maria Gaetana

Milena

E'stata una dura scelta!

Un bacione a tutte!

P.S. Pepito ha gradito i vostri complimenti, e si riserva di comparire nuovamente su queste pagine... Speriamo che la notorietà non gli dia alla testa!

domenica 12 ottobre 2008

Sensi di colpa e qualche crocetta

Scena: venerdì pomeriggio a bordo del treno Firenze Viareggio pieno di pendolari in vista del week end.

Ho un po'di febbre e ho appena fatto un acquisto consolatorio - premio per il test appena superato. Squilla il telefono e una voce piuttosto professionale dice: "Buongiorno, sono Tizia della banca X (la mia banca...) mi ha dato il suo numero G. (il mio fidanzato che lavora per la stessa banca). Avrei bisogno di parlare con lei, possibilmente domani". Io non so se sentirmi seccata o in colpa, penso "Eh che cavolo uno non può fare un acquisto col bancomat che subito gli rompono le scatole... Uffa e non sono mica in rosso... Aspetta, aspetta... I fondi! Oddio c'è stata la crisi delle borse... Ah no un momento...  Che scema, tanto gli ho già spesi per pagarmi il corso in gemmologia! Ah! Ah! Ah! Crisi vaffanculo! E allora che vuole questa?". Rispondo, sì, ehm di cosa desidera parlarmi?". Lei: " Ho mio figlio che varebbe bisogno di una ripetizione di matematica, perchè lunedì ha un compito... ". Mi distendo subito e la voce professionale, questa volta, la faccio io :"Volentieri, anche se i tempi sono un po'stretti. Se non ha capito qualcosa va bene, ma se sono errori di distrazione ci vorrà un po'più tempo per toglierli...".

Ah! Come è bello farsi un regalo ogni tanto!!

A proposito di regali, oggi sono riuscita a mettere qualche crocetta sul ricamino iniziato durante le vacanze, Ice Cream Sundae, di Country Cottage of Needleworks. Potete vederlo qui sotto col mio assistente:

 

Beh non si capisce molto dalla foto, ma volevo immortalare Pepito in postazione coccole da aggiornamento blog badtz_maru_sanrio_06 .

Qui sotto potete vedere cosa ho combinato alla parete sopra la libreria bassa dello studio con il Patafix! Cosa è il Patafix? E' una pasta morbida che attacca qualisasi oggetto purchè non troppo pesante a quasi tutte le superfici, senza lasciare residui e può essere usato innumerevoli volte! Io sto appiccicando di tutto!

 

 

E adesso l'ultimo acquisto di riviste:

 

Aloha appiccicosi!!!

Uccellacci, uccellini...

Sempre nello stesso pomeriggio mi hanno quasi investita ad un incrocio. Il tipo semplicemente mi ha superato e mi ha tagliato la strada per svoltare a destra. Io ero in bici. Sto bene, ma la ruota anteriore un po'meno. La cosa buffa (o tragica) è che non ha messo nè freccia, nè ha frenato quando si è accorto di avermi tagliato la strada. Allora, la domanda sorge spontanea (Marzullianamente...). Ci deve essere un motivo per cui molte persone superano i limiti di velocità e cercano di toccare il freno il meno possibile. Non credo che dipenda dal risparmio dei freni a disco. Credo che si tatti di un problema di virilità. Nel senso che chi è prudente, va piano, sta parecchio sul freno non è maschio. Di solito è un vecchietto o una donna. Quindi il problema è lì. Bene. Allora glielo vogliamo spiegare o no a tanti maschi italiani che se rallentano o frenano non gli casca l'uccello nel tappetino della macchinaaa???

Aloha investiti!!!

domenica 5 ottobre 2008

Lavoretti...

5y9dpo6 Come scrivono nelle pubblicità per le diete miracolose o dei chirurghi estetici:

 

 

PRIMA:

 
DOPO:
 

La maniglia nuova è d'ottone e porcellana: che lusso e spatusso eh? Beh, se non ci credete costa la metà di una maniglia d'ottone semplicissima, ma dal design firmato! Fanculo alla firma e viva le vecchie tradizioni! Tiè! Naturalmente ho scartavetrato con la levigatrice la porta, ho riempito i buchini della precedente maniglia con stucco a legno, riscartavetrato per bene, ho riverniciato tutta la porta e l'imbotte con una bella vernice bianca brillante e ho applicato le nuove maniglie e le serrature. Ora basta che lo faccia per altre quattro volte e le maniglie delle porte di casa saranno cambiate... labor_rules

Il che avverrà probabilmente dopo il 2012... Anno in cui è prevista la fine del mondo dai soliti jettatori. Oddio... Per come vanno le cose ultimamente nel mondo ci sarebbe quasi da augurarselo... Come ho detto alla Tarta, in Italia siamo sulla via del Tremonti...ru3dzt

Più che altro mi chiedo: ma riuscirò a finire qualche ufo prima di quella data??

Alle ammiratrici della Pulce Card, rispondo:

  1. il diamante non è stato ritrovato, speriamo che la donna delle pulizie se lo ritrovi nel sacco dell'aspirapolvere...
  2. la Pulce Card è strettamente personale ;
  3. la Pulce Card vi garantisce che un diamante non è proprio tanto per sempre;
  4. la Pulce Card è un marchio registrato della Pulce Srl (società a responsabilità limitata). Se la volete anche voi rivolgetevi (se vi riesce) al centralino dell'Esotica Marmotta, aperto tutti i giorni dalle 10 disera alle 22, al numero 0573/00settete. Sicuramente avrete maggiori probabilità di risposta che al centralino di un operatore telefonico.

La direzione Pulcesca.

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